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#31 CARAVAGGIO A ROMA: LUCE E OMBRA

Un viaggio tra i capolavori e i luoghi insoliti che hanno forgiato il genio di Michelangelo Merisi il Caravaggio

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mar 04, 2025
∙ A pagamento
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#31 CARAVAGGIO A ROMA: LUCE E OMBRA
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Ciao, come state? 🌿

Finalmente Marzo, profumo di primavera, le giornate si allungano, i colori sono sempre più intensi e “sembra” tutto in discesa si va verso la stagione de’ “lu sule, lu mare, lu ientu”, cit. salentina.

Ecco quel: “sembra”, cambia tutto.

Marzo in realtà è il mese che non si decide. È il lunatico dello zodiaco, il pendolare delle stagioni, il funambolo tra l’inverno e la primavera. Ti svegli e nevica, a mezzogiorno c’è il sole, nel pomeriggio un vento che porta via cappotti e dignità. Non è un caso che si dica “marzo pazzo”, è il mese che ha più sbalzi d’umore di un poeta romantico.

Il nome, d’altronde, lo tradisce. Marzo deriva da Martius, dedicato a Marte, il dio romano della guerra. Perché nell’antica Roma, marzo era il mese in cui si tornava a combattere. Dopo l’inverno, le truppe si risvegliavano dal torpore, lustravano le spade e riprendevano a darsi battaglia. Ma Marte, oltre a essere un tipo bellicoso, era anche il dio della fertilità e della rinascita: perché se c’è una cosa che sa fare bene è sparigliare le carte e rimettere in moto il mondo.

Fino a qualche secolo fa, era lui a inaugurare l’anno.

Sì! l’anno nuovo iniziava a marzo, e non a gennaio. Il calendario romano originale partiva proprio da qui: gennaio e febbraio non esistevano nemmeno. Erano una specie di limbo, un’attesa, perché l’anno vero e proprio prendeva il via quando la natura si risvegliava. Poi, con le riforme successive, marzo è stato declassato, ma non ha mai perso il suo carattere irrequieto.

E questa sua anima ribelle la ritroviamo ancora oggi: nel vento che fa volare gli ombrelli, nei ciliegi che sbocciano con troppa fretta, nelle giornate che sembrano un film con troppi colpi di scena. Marzo è l’outsider del calendario, il mese che non ama le etichette, quello che ti sorprende quando meno te lo aspetti. Ma forse è proprio questo il suo fascino: il piacere di un tempo che si muove senza regole, tra un temporale improvviso e un pomeriggio di sole.

Marzo dunque ribelle, irrequieto, volubile, impetuoso, insofferente alle regole, non conosce mezze misure, e questo mi fa pensare a uno degli artisti più rivoluzionari mai esisti: Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, il pittore che ha rivoluzionato la luce e l’arte. Marzo non si accontenta di un cielo uniforme, lo squarcia con bagliori improvvisi, lo oscura con nubi minacciose, lo incendia con tramonti drammatici. Un giorno ti regala la dolcezza della primavera, il giorno dopo ti colpisce con un vento gelido, come un colpo di pennello violento su una tela ancora umida. E non è forse lo stesso spirito inquieto che anima Caravaggio? Anche lui, come marzo, non conosce equilibrio: nei suoi dipinti la luce non è mai delicata, ma esplode, travolge, scolpisce i volti e le mani con una drammaticità che non lascia scampo. Le sue ombre non sono semplici sfondi, ma buchi neri che inghiottono ogni certezza. La sua arte, come il tempo di marzo, è un eterno contrasto tra la vita e la tempesta, tra la quiete e l’urlo.

Marzo non si può domare, come non si poteva domare Caravaggio. Entrambi sfuggono alle convenzioni, entrambi sfidano le regole, entrambi ci costringono a guardare il mondo con occhi nuovi, tra luce e ombra, tra genio e scompiglio.

Questa settimana, in attesa dell’imminente grande mostra “Caravaggio 2025” che si terrà presso Palazzo Barberini, dal 7 marzo al 6 luglio, dedicata proprio al genio di Michelangelo Merisi, vi porto con me in un viaggio speciale, tra i vicoli, chiese e palazzi di Roma che custodiscono le storie e le opere di uno degli artisti più rivoluzionari di sempre. Caravaggio non ha solo vissuto Roma, ma l'ha respirata, sofferta, amata e trasformata in fonte inesauribile d’ispirazione.

Quando Caravaggio arriva a Roma alla fine del Cinquecento, trova una città in pieno fermento artistico e religioso. È il cuore della cristianità, il luogo dove i grandi mecenati determinano il destino degli artisti e dove ogni pennellata può diventare un trionfo o uno scandalo. E Caravaggio non è certo un pittore qualunque. Roma lo forgia e lo esalta, ma lo inghiotte anche nei suoi abissi: tra botteghe e committenze prestigiose, ma anche risse, prostituzione, vita sregolata, omicidi, fughe e ombre che segneranno per sempre la sua esistenza.

Ma è proprio qui, tra luci taglienti e buio profondo, che nasce il suo inconfondibile stile. Nei suoi dipinti il sacro si mescola al reale: santi e peccatori hanno lo stesso volto, le stesse mani segnate dalla fatica, la stessa intensità drammatica. La sua pittura è viva, teatrale, sconvolgente, e Roma è il palcoscenico perfetto per il suo genio.

In questa nuova Mini Guida Miciporto vi guiderò attraverso i luoghi simbolo della sua arte e della sua vita: dalle tele meravigliose custodite nelle chiese, fino ai quartieri che hanno fatto da sfondo alla sua vita turbolenta o alle osterie che frequentava. Luoghi insoliti che ricalcano la vera anima di questo artista eccelso.


Prima di precede come al solito…. 👇🏻

📝 CONSIGLI DI LETTURA A TEMA

📍Caravaggio, di Roberto Longhi - Abscondita

📍Solitudine Caravaggio, di Yannick Haenel- Neri Pozza

📍 Caravaggio. Vita sacra e profana, di Andrew Graham Dixon - Mondadori

📍Caravaggio segreto. I misteri nascosti nei suoi capolavori, di Costantino D'Orazio - Sperling & Kupfer

📍Caravaggio. L'urlo e la luce, di Roberto Filippetti - Itaca

📍Il punto di vista del cavallo: Caravaggio, di Vittorio Sgardi - Bompiani editore


🖼️ Buon viaggio dunque nel mondo della Luce e delle ombre di Michelangelo Merisi.

Come sempre noi ci vediamo qui a breve 😉

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